venerdì 19 luglio 2013

Il teorema Tinelli: come creare una psicosetta - 4


L'esperta scende in campo

Per motivi che al comune buon senso appaiono incomprensibili, un giorno Lorita Tinelli si è persuasa dell’esistenza un orribile drago, le cui vittime erano così numerose da rendere necessaria l'apertura di un'apposita casella e-mail dedicata al drago Arkeon:
E' stata per questo motivo aperta una casella specifica dove saranno accolte tutte le segnalazioni circa questo gruppo per dar seguito ad ulteriori azioni legali.

Scrivete quindi all’indirizzo segnalaciarkeon@fastwebnet.it [1]
Un'associazione che ha come scopo ufficiale quello di "ascoltare" [2] e "sostenere le vittime" delle sette, ma concretizza il suo operato unicamente nel "dar seguito ad ulteriori azioni legali", non può che lasciare interdetti e destare preoccupazione:
  • interdetti perché la finalità associativa, ossia l'ascolto e il sostegno, appare come uno specchio per le allodole che nasconde il vero scopo, "dar seguito ad ulteriori azioni legali";
  • preoccupazione per le conseguenze di questo tipo di intervento, dato che la via giudiziaria non è il modo per ripianare un conflitto famigliare, o per "sostenere" chi versa in condizioni psicologiche difficili.
Chi pretende di offrire sostegno al fine di dar forma a un "percorso di elaborazione", lo fornirà aiutando l'utente a interagire con il famigliare seguace di un gruppo controverso, oppure aiutando il fuoriuscito a elaborare il trauma, non certo accompagnandolo dai Carabinieri (o, come vedremo, facendo di peggio). Certo! questa considerazione apparirà scontata a una persona comune, e un pleonasmo per uno psicologo, ma il fatto è che la "Presidente Nazionale" del CeSAP Lorita Tinelli È una psicologa.

Ma tralasciamo questo inquietante aspetto e torniamo alla creazione di una apposita casella e-mail. La psicologa cacciatrice di draghi Lorita Tinelli profetizza che le vittime del mostro siano diecimila, e di fronte a questo travolgente fenomeno sociale sempre sul suo sito annuncia la creazione di un pool di avvocati pronti ad assistere in tribunale questa folla di principesse rapite dal drago:
COMUNICATO STAMPA PER LE PARTI OFFESE "ARKEON"

[...]
Il CESAP, a tal fine, ha chiesto ad alcuni avvocati (dislocati dal nord al sud Italia) di costituire un pool difensivo al servizio di coloro che vorranno costituirsi parti civili e che, dunque, necessiteranno di assistenza legale. [3]
Segue una lista di 7 avvocati. Nonostante l'apertura dell'apposita casella e-mail e gli accorati appelli della dr.ssa Lorita Tinelli che sollecita gli ipotetici indecisi assicurandoli che sono già in "tanti che hanno avuto il coraggio di venir fuori" [4], al banchetto generosamente offerto dalla psico-cacciatrice si presentano in pochi. Quando finalmente si celebrerà il processo tanto atteso dalla Tinelli, si scoprirà che da 10.000 che erano, per il PM le vittime si sono ridotte ad appena 14 e, ancor più sorprendente, solo 4 si sono costituite parte civile (a cui si aggiunge Lorita Tinelli con il CeSAP, vittima di una calunnia che il tribunale giudicherà inesistente).

Quanto sia lecito definirle vittime, l'abbiamo visto nei post precedenti dedicati a Gabriella Monaco (costituitasi parte civile), all'esperto di arti marziali F. S. (parte civile) e alla moglie S. C., e allo storico capo ultras P. V.. Perfino la II Sezione Penale del Tribunale di Bari ha dovuto rilevare come tra le pochissime "parti offese di questo processo, vi siano alcune che avrebbero dovuto essere indagate ed imputate" (motivazione sentenza, pag. 101).


Per giustificare un numero così striminzito di vittime del "metodo Arkeon" tra le paventate 10.000 [5], è stato prospettato che le restanti 9.986 avrebbero scelto di non esporsi per il timore di ritorsioni [6]. Si tratta di un argomento di una puerilità avvilente, stigmatizzato persino dal collegio giudicante del processo barese, che in merito "alla irrisorietà dei denuncianti rispetto alle svariate migliaia di partecipanti", così si esprime:
potremmo opinare che chi non ha parlato non lo ha fatto perché non ha condiviso le accuse; che non ha parlato perché ha liberamente effettuato una scelta in un determinato momento della vita; che chi non ha parlato, possa averlo fatto perché ha ritenuto forse anche immorale andare a censurare ciò che avrebbe voluto essere e cioè un MAESTRO. Certamente non si potrà affermare semplicisticamente che chi è stato zitto lo ha fatto solo per non andare allo scoperto. (Motivazione della sentenza, pag. 170)

Viene il sospetto che i tre giudici della corte facciano parte di una macchinazione che vuole screditare il CeSAP e la sua presidente: è l'ennesima bastonata inferta dalla sentenza al teorema della dr.ssa Lorita Tinelli, ai suoi presunti "studi scientifici" [7] e alle risibili spiegazioni con cui si tenta di giustificare una realtà prospettata che stride con l'evidenza. Una giustificazione che appare come una riprova del concetto di dissonanza cognitiva formulato da L. Festinger.

Quanto al pool di avvocati, l'unico ad intervenire sarà Marco Marzari, che nel processo di Bari contro Arkeon ha assistito la parte civile Gabriella Monaco (perdendo la causa), la parte civile P. D. N. (perdendo la causa), la parte civile F. S. (perdendo la causa) e la parte civile F. B. (perdendo la causa), come abbiamo visto nel post "L'avvocato Marzari e il tinellismo".

In merito alla non secondaria questione che la corte definisce "irrisorietà dei denuncianti", è sempre il collegio giudicante che rileva degli aspetti che appaiono come censure all'operato della psico-cacciatrice Lorita Tinelli. Qui ne vedremo un paio.

Il primo era già stato ripetutamente evidenziato su questo blog, ma messo nero su bianco nella motivazione della sentenza acquisisce ben altra rilevanza. Si tratta del:
fatto che i denuncianti fossero tutti legati tra loro o messi in contatto tra loro dalla dottoressa Tinelli (pag. 602)
Rilevando l'ingerenza della Tinelli, la corte prospetta un'opera di persuasione, o almeno di suggestione, che vedrebbe nella Presidente del CeSAP l'ispiratrice di certe dichiarazioni rese dai testi dell'accusa. Ciò non significa necessariamente che la Tinelli abbia manipolato i testimoni, tuttavia che siano stati influenzati è indiscutibile, come si legge nella motivazione della sentenza che, citando la Cassazione, riflette su un caso di "contagio dichiarativo" [8] e così conclude:
il Tribunale ritiene di dover comunque dare atto dello scambio di informazioni e dati tra questi individui che, in alcuni casi a cui si farà riferimento, ha portato a modificare delle convinzioni prospettate e, negli altri, si ritiene comunque possa aver portato ad inquadrare le condotte in uno specifico ambito. (pag. 645)

Il tribunale ha accertato che lo "scambio di informazioni" ha portato dei testimonia a "modificare" delle convinzioni. Un rilievo (giudiziariamente grave) che attesta il grado di scientificità della "studiosa di scienze socio religiose" Lorita Tinelli. Un giudizio che a pagina 706 viene nuovamente ribadito:
si comprende, proprio dalla deposizione di ***, come il processo ha preso l’avvio e quale peso, nelle determinazioni di questa partecipante ai corsi e del di lei marito, avessero avuto la dott.ssa D. N., Gabriella Monaco e la dott.ssa Tinelli. [9]

Anche il sottolineare che si sia compreso "come il processo ha preso l’avvio" [10], ruolo che la dr.ssa Tinelli ha ostentato come la sua grande vittoria, è il sigillo sulla trasformazione in una responsabilità di quello che veniva esibito come un merito, peraltro ottenuto nel modo che stiamo per vedere.

Mi riferisco al secondo aspetto censurato dai giudici:
sempre tra questi pochissimi denuncianti, ce ne sono stati altri due (la C*** ed il B***) che hanno dichiarato di essere stati ingannati sulle ragioni per cui erano stati messi nelle condizioni di fare la denuncia (Motivazione sentenza, pag. 602)

Il ricorso al verbo ingannare non dà adito a interpretazioni ambigue in merito alla severità del giudizio espresso dal tribunale. Vediamo di cosa si tratta:
C. C.: Sì, ho conosciuto una ragazza di 16 anni [durante un seminario - ndr].
Domanda: Può dire solo della partecipazione di una persona minorenne?
C. C.: Sì. Mi ricordo che la signora P. D. N. [amica della Tinelli e della Monaco - ndr], mi aveva detto, perché era mia amica, ora non ci frequentiamo più, continuava ad insistere di scrivere che io avevo visto questa persona. "Ma sì, che motivo c'è? L'ho vista, ma niente di particolare". "Scrivi, manda un fax", io mi fidavo di lei, ho detto: "Sì, va bene, lo scrivo", ma non c'è stato un motivo scatenante per cui io ho mandato questo fax. Ho detto: "Va beh". Diciamo che la motivazione era che queste carte servivano perché doveva essere fatta una ricerca, non una denuncia [...]
Giudice: Quindi lei ha riferito solo il dato storico, cioè che c'era una minorenne che aveva partecipato...
C. C.: Sì, "serve che tu lo scrivi perché...".
Domanda: Perché insisteva che doveva scrivere?
C. C.: Perché bisognava fare una ricerca. Il Cesap doveva fare una ricerca, solo una ricerca.
[...]
Domanda: Quindi è stato mandato a chi, signora?
C. C.: Non mi ricordo, credo alla dottoressa Tinelli.
Domanda: Non ad un ufficiale di Polizia Giudiziaria?
C. C.: No, no, io all'ufficiale di Polizia...
Domanda: Lei ha mai spedito qualcosa al dottor Saracino?
C. C.: Io non sapevo neanche che c'era una denuncia. [...] Ho scritto come ricerca. Lei mi ha detto: "Tu scrivi", insisteva, insisteva: "Tu scrivi".
Domanda: "Scrivi" cosa?
C. C.: "Scrivi la tua testimonianza." Infatti io mi sono messa là una sera, cioè ho passato tre ore a scrivere tutto ma questo doveva servire per una ricerca di psicologia, che la dottoressa Tinelli doveva fare. Cioè non si parlava di altro, comunque la verità è questa. Poi dopo lei mi ha detto: "Guarda che però ci sono minorenni in ballo. Hai conosciuto qualche minorenne?". "Sì, ho conosciuto una minorenne al seminario". "Allora lo scrivi per favore?". Ho detto: "Va bene".
Domanda: Questo chi è che gliel'ha chiesto, scusi?
C. C.: P.
Giudice: Sempre la P. D. N.
Domanda: E quindi lei a seguito di questa domanda manda alla dottoressa Tinelli l'integrazione alla sua testimonianza?
C. C.: Sì.
Breve inciso. Ricordo che nel post "I testimoni della Tinelli 2" avevo scritto:
Che "molte" testimonianze non siano state allegate [al dossier inviato dalla Tinelli a varie Procure] "per volere delle persone stesse coinvolte" non è proprio credibile. Risulta difficile immaginare la Tinelli che per correttezza rinuncia all'utilizzo di testimonianze se usarle le torna utile.
Non sono un profeta, semplicemente non mi limito a prendere a scatola chiusa tutto quello che riferisce la giornalista immaginaria Lorita Tinelli che "ha presieduto ad una Udienza alla Camera dei Deputati". Per fugare il sospetto di faziosità, in tribunale la Tinelli rivendica per il proprio operato uno scrupoloso rispetto della volontà di chi la contattava:
Domanda: Lei ha mai ricevuto testimonianze positive?
Tinelli: Sì, ho anche parlato con persone che, poche in realtà, due o tre, che mi parlavano positivamente di questo metodo.
Domanda: Ha trasmesso anche queste testimonianze alla Digos?
Tinelli: Non sono stata autorizzata.
Domanda: Non è stata autorizzata dalle persone?
Tinelli: Sì, dalle persone, perché io depositato soltanto le testimonianze… vorrei sottolinearlo, io ho ricevuto più di un centinaio di storie, mi hanno autorizzato soltanto quelle che ho depositato, per cui ho ancora altre storie raccontare volendo.
"Non sono stata autorizzata". Niente come questa breve frase descrive così compiutamente la Presidente Nazionale del CeSAP dr.ssa Lorita Tinelli.

Ipotizzare che degli arkeoniani soddisfatti espongano le loro ragioni al più accanito persecutore del loro movimento, ma non lo autorizzino a far pervenire le loro esperienze positive a chi è chiamato a dirimere la questione, è offensivo per l'intelligenza di chi ascolta. Come abbiamo appena visto, la testimonianza scritta da C. C. non conteneva alcuna autorizzazione. Anzi, venne scritta solo dopo la rassicurazione che non era per fini giudiziari; "doveva essere fatta una ricerca, non una denuncia" - "solo una ricerca" - e invece la Tinelli la trasmise alla Digos ("mi hanno autorizzato soltanto quelle che ho depositato").

L'aspetto più amaro è che nella realtà gli arkeoniani hanno fatto di tutto per far sentire la loro voce, per esempio scrivendo le loro esperienze positive proprio sul forum del CeSAP, dove la maggior parte si firmava con nome e cognome (al contrario degli ex-arkeoniani "legati" alla Tinelli, tutti anonimi).

Anche l'affermazione della Tinelli secondo cui le testimonianze positive fossero "poche in realtà, due o tre", è significativa della credibilità di Lorita Tinelli. Dopo una ricerca molto frettolosa, di queste testimonianze favorevoli sul forum del CeSAP ne ho incontrate nove: dettagliate, firmate con nome e cognome e soprattutto già pubbliche, dato che vennero inviate sul forum della Tinelli che è pubblico. Testimonianze di cui la Tinelli era a conoscenza poiché le ha commentate.

Le testimonianze favorevoli non furono solo su web. Tramite Pietro Bono, gli arkeoniani si rivolsero persino alla FECRIS (la federazione europea delle associazioni anti-sette; qui un'istruttiva esperienza di un giornalista con il sodalizio) e all'ARIS, supplicando che qualcuno ascoltasse anche la loro versione. Ma fu tutto inutile.

Di che "autorizzazione" sta quindi parlando la psico-cacciatrice presidente di "un'associazione di VOLONTARIATO SERIA" che inviava - senza autorizzazione - direttamente al PM Bretone ogni testimonianza ostile anche se anonima?

C'è di più. Negli stessi giorni in cui Lorita Tinelli si vedeva costretta dalla sua inscalfibile rettitudine a tenere nel cassetto le "testimonianze positive", pochi minuti dopo averla ricevuta inviò alla DIGOS una testimonianza che non solo non conteneva nessuna autorizzazione, ma il cui mittente chiedeva esplicitamente di rimanere anonimo. La DIGOS ha poi provveduto a identificare l'autore dell'e-mail, che è risultato essere P. V., il "maestro" di Arkeon che abbiamo incontrato qui (e che si è ritrovato coinvolto suo malgrado nel processo [11]).

Nell'immagine che segue, tratta dal fascicolo processuale, è possibile vedere che P. V. invia l'e-mail all'indirizzo cesap@libero.it alle ore 9:27. Alle 9:37 l'e-mail viene girata all'indirizzo ltinelli@libero.it e da qui inviata all'ispettore di Polizia con cui la Tinelli era in contatto. Erano trascorsi in tutto 14 minuti.

Ci sono altri episodi simili, il più emblematico dei quali lo vedremo nel prossimo post.

Dopo aver appurato che ad impedire alla dr.ssa Lorita Tinelli di inviare agli inquirenti le testimonianze positive fu la sua integerrima rettitudine morale (e il rigoroso rispetto della volontà di chi la contattava), ritorniamo ai testimoni "che hanno dichiarato di essere stati ingannati" e sentiamo G. B., al quale viene chiesto di spiegare perché era molto contrariato quando venne convocato in Questura come testimone, convocazione avvenuta dopo l’invio della sua testimonianza alla Tinelli:
G. B.: Perché ho ritenuto in quella occasione che la mia fiducia è stata tradita. Quando mi è stato detto di scrivere questa lettera, Presidente, dopo insistenza e dopo i disagi famigliari che continuavano perché io non scrivevo questa lettera, mi era stato detto che questa lettera veniva scritta e finiva lì, che mai e poi mai questa lettera sarebbe stata portata agli atti, [...]
Domanda: Tornando al contenuto della e-mail che lei ha scritto [alla Tinelli - ndr], quella e-mail afferma di aver speso circa trenta mila euro per i seminari. È esatto il mio ricordo?
G. B.: Sì, ho scritto così.
Domanda: Lei ricorda quanto ha dichiarato [in Questura - ndr] di aver speso...
G. B.: Quindici mila.
Domanda: Ci può spiegare anche quest'altra differenza?
G. B.: La spiegazione, questo rende moltissimo proprio il concetto, che sono stato talmente esasperato a dire: "Gonfia, gonfia un po' tutto quello che devi scrivere" e penso che da quindici mila si è arrivati a trenta mila.
Giudice: Quindi la verità è quindici mila.
Domanda: Cioè lei ha gonfiato in buona sostanza, qui non c'è una valutazione etica. Le sto chiedendo: quello che c'è scritto nella e-mail...
G. B.: È tutto gonfiato, fondamentalmente esasperato.
L'esperto che esprime un parere tecnico (p.e.: "Urano è un pianeta gassoso", "Arkeon è una psicosetta"), beneficia della presunzione di buona fede. Abusare di questo vantaggio è un comportamento inqualificabile, dato che chi ascolta non ha altra scelta che concederlo [12].

Qui però si va al di là dell'obbiettività a cui uno studioso è tenuto (tanto più se si vanta di "Partecipare attivamente allo sviluppo della scienza") e senza la quale perde la faccia.

Certo, potrebbe pure essere che la leader carismatica di questo manipolo di procacciatrici di testimonianze non veritiere fosse all'oscuro di quelle istigazioni a mentire e del tradimento della parola data. Anzi, trattandosi della scrupolosissima Lorita Tinelli chi potrebbe dubitarne? Resta però il fatto che la dr.ssa Lorita Tinelli, presidente del CeSAP Onlus, che si batte contro gli abusi, consegna all'Autorità Giudiziaria una testimonianza ottenuta con l'inganno, contenente accuse gonfiate e scritta da chi non aveva intenzione di osteggiare Arkeon [13]. Una lettera che non rispecchia il pensiero dell'autore il quale, dopo aver ribadito che "Non volevo essere qui oggi, non volevo prendere parte a questo processo", spiega che scrisse quella lettera unicamente per liberarsi di una soffocante insistenza [14] dopo che gli era stato assicurato che serviva per una ricerca e non per una causa giudiziaria. Cosa che la corte considera un fatto appurato:
G. B. ha confermato il racconto della moglie con riferimento alla condotta tenuta da P. D. N. [una delle accusatrici maggiormente "legate" alla Tinelli - ndr], affermando che ella tempestava di telefonate la moglie, chiedendole di scrivere e di gonfiare i fatti [...] ciò era avvenuto anche per colpa dell’insistenza della moglie, che era tormentata dalla P. D. N., la quale le aveva garantito che non si sarebbe arrivati ad un giudizio. (Motivazione sentenza pag. 664) [15]
La paladina delle vittime di abusi Lorita Tinelli ha fornito al giudice istruttore delle testimonianze mendaci, ottenute con l'inganno, da ex che non disapprovano il metodo Arkeon [16], segnalando con delle soffiate alla polizia quanti si erano fidati della sua riservatezza. E ha tenuto nascoste le testimonianze positive. Davvero una "studiosa" che opera "Senza pregiudizio alcuno", al fine di ergersi "a difesa di chi soffre."

"Non amo la menzogna e non sono capace di affermare cose non vere."  (Lorita Tinelli)
Applausi.



Note:


1) L'elevato numero di richieste da parte di ex arkeoniani, era da sommare all'esorbitante numero di contatti di vittime di altre "sette" che già pervenivano al CeSAP, una "media di un centinaio di richieste di aiuto al giorno. Tutto documentato e registrato nei nostri archivi." Come evidenziato nel blog "Il curioso caso Lorita Tinelli", un centinaio di richieste di aiuto al giorno è una quantità spropositata fuori da ogni logica, ed è interessante notare come la Tinelli si sia premurata di assicurare - fuori contesto - che è una quantità dimostrabile (ma solo a parole, dato che non viene dimostrata).

2) "Per quel che riguarda me e il mio rapporto con le 'vittime' di esperienze abusanti, il mio compito è accoglierle, ascoltarle, valutarne i danni e favorirne il percorso di elaborazione." (L. Tinelli)

3) In questa generosa offerta di assistenza legale, non viene precisato chi si accollerà il costo del legale. Trattandosi di un pool "al servizio di coloro che", viene da ipotizzare che per le "vittime" sia gratuito, altrimenti non sarebbe un "servizio" ma un'operazione di marketing.

4) "io vorrei fare un appello, vorrei dire alle tante altre persone che sono in questa situazione di vergogna, di sensi di colpa, di non averne perché ce ne sono tanti che hanno avuto il coraggio di venir fuori, chissà quanti ce ne saranno nel corso del processo" (L. Tinelli, "L'Arena" – RAI 1, 23/3/2010)

5) Si consideri che per M. Alessandrini, collega della Tinelli nel "Forum anti-sette" e referente privilegiato del Ministero dell’Interno (SCO Direzione Anti Crimine), solo nella minuscola provincia di Fermo "potrebbero essere decine e decine le vittime della setta Arkeon". (F. Castori, "Sette, 'Decine le persone raggirate nel fermano'", Il Resto del Carlino, 27/2/2010)

6) Un esempio: "La setta e i suoi ‘maestri’ – spiega Alessandrini – hanno operato per quasi dieci anni in tutt’Italia e gli adepti sono circa diecimila. Delle vittime alcune hanno sporto denuncia, ma molte altre, per vergogna o per paura, sono rimaste nell’ombra, nonostante abbiano subito abusi di ogni tipo. E’ proprio a tali persone, che sappiamo essere anche nel Fermano, che mi rivolgo per un appello: contattateci e insieme potremo fare molto per sconfiggere questa e tutte le altre sette che quotidianamente rovinano la vita di tanta gente". (Ibidem)

7) La qualifica di scientificità, che avventatamente la Tinelli attribuisce al suo studio del caso Arkeon, verrà trattata in un apposito post.

8) "Per contagio dichiarativo deve intendersi un meccanismo psicologico che può verificarsi allorquando si pone in essere uno scambio di informazioni e dati tra individui che porta a modifiche anche radicali nelle convinzioni relative a quanto accaduto e, nella sua forma estrema, determina il formarsi di convincimenti che non corrispondono alla realtà dei fatti" (Corte di Cassazione, Sezione 3 penale, Sentenza 9 ottobre 2007, n. 37147, citata nel motivazione della sentenza a pag. 644)

9) Nei post precedenti è stato più volte evidenziato come Gabriella Monaco si dichiara vittima, contro ogni evidenza e logica, di episodi criminosi che appartengono alla "visione della psicosetta" che è propria della Tinelli.

10) Secondo la motivazione della sentenza "l’indagine é nata in ordine al fenomeno che un’associazione di volontariato di Noci, il Ce.S.A.P., ha definito “psicosetta”, a cagione di studi iniziati dalla dott.ssa Tinelli" (pag. 530). Un concetto che in seguito viene nuovamente ribadito: "E’ certo, quindi, che l’indagine è nata in ordine al fenomeno che, un’associazione di volontariato di Noci, il Ce.S.A.P. ha definito “psicosetta”. Di tanto vi è indiscutibile conferma nel contenuto delle mails inviate negli anni 2004 – 2005 e negli scritti sul forum del Ce.S.A.P." (pag. 864). La Tinelli è quindi l'"indiscutibile" responsabile dell'avvio delle indagini che hanno condotto alla sbarra degli imputati risultati completamente innocenti, che sono stati incriminati in base a testimonianze menzognere di testimoni inattendibili, indicati all'autorità giudiziaria dalla presidente di "un'associazione di VOLONTARIATO SERIA che lavora su territorio nazionale dal 1999 e che tiene alla tutela della gente".

11) Convocato in Questura in qualità di persona informata dei fatti, per ben due volte P. V. non si è presentato; una scelta alquanto rischiosa.

12) La prima volta che ho letto lo "studio scientifico" della Tinelli intitolato "Caso V. C. Moccia", di Arkeon non sapevo niente. Dando per scontato che l'autore fosse una persona autorevole e credibile, diedi conseguentemente per scontato che quanto esposto corrispondesse alla realtà dei fatti. Ne conclusi che Arkeon era effettivamente un gruppo pericoloso e il suo leader responsabile di svariati crimini.

13) "Da queste ragioni consegue la ritenuta insussistenza di entrambe le aggravanti contestate che avrebbero consentito la perseguibilità d’ufficio e, quindi, con riferimento ai fatti di cui sarebbero rimasti vittime i coniugi C. e B. non si può procedere sostanzialmente nel rispetto della loro stessa volontà." (Motivazione della sentenza, pag. 707)

14) "Non voglio fare esclamazioni per rispetto della Corte, comunque è pesante, cioè ogni sera pesante, "devi scrivere", "devi fare", devi scrivere", "devi fare", io mi sono messo una sera e ho scritto. Questa è la verità, io ho scritto questa lettera, ma le parlo da marito che rientra a casa la sera stanco, alla fine ho detto se per avere la mia pace devo scrivere questa lettera, scriviamo questa lettera."

15) La dr.ssa P. D. N. è quella che non ricordava che il "guru" plagiatore le aveva prestato 4 milioni di lire.

16) Dalla deposizione di C. C.:
Domanda: Senta, mi pare di capire, dalla testimonianza che ha reso oggi, che il suo percorso è stato positivo.
C. C.: .