martedì 2 luglio 2013

Il teorema Tinelli: come creare una psicosetta – 2

(Continua dal post pecedente)

Il pilastro del "teorema Tinelli", ossia l'arricchimento del caposetta ai danni dei seguaci, richiede una condizione che è indispensabile per il raggiungimento del fine illecito: un'organizzazione piramidale.

Questo tipo di struttura è necessaria affinché il denaro rastrellato dalla periferia dell'organizzazione risalga fino al vertice, al "caposetta", come troviamo spiegato anche sul sito del CeSAP:
Da nord a sud, le caratteristiche dei gruppi si assomigliano: leader carismatici senza titoli accademici validi, organizzazione a piramide, in un multilevel che porta sempre più soldi e aderenti;
Per analizzare questo aspetto, vediamo la deposizione di E. F., l'irritante moglie dell'altrettanto irritante P. P. che abbiamo incontrato nel capitolo precedente. Questi due coniugi sono entrambi "maestri" di lungo corso di Arkeon che protestandosi vittime della psicosetta, mostrano un grado di moralità che non è sfuggito al collegio giudicante, il quale rileva:
la circostanza che, tra le parti offese di questo processo, vi siano alcune che avrebbero dovuto essere indagate ed imputate. (Motivazione sentenza, pag. 101)
E. F. è stata a lungo molto attiva sul forum del CeSAP (ora deserto dopo la conclusione del processo Arkeon), e si è distinta per morphing, ossia l’aver postato con 3 diversi nick (Tritri, Tiresia ed Emanuela), una pratica disonesta usata per far apparire più consistente la propria fazione. In merito alla struttura piramidale, questa la sua deposizione in tribunale:
Domanda: Io le ho chiesto se [i partecipanti ai seminari - ndr] pagavano?
E. F.: Pagavano certo.
Domanda: Pagavano a lei?
E. F.: Certe volte a me, certe volte a mio marito.
Domanda: Rispetto agli incassi di questi seminari, il ricavato veniva tutto trasferito al signor Moccia?
E. F.: No. Perché?
Domanda: E a chi veniva...?
E. F.: No, un attimo: i seminari tenuti dal...?
Domanda: I seminari tenuti da lei e da suo marito.
E. F.: Ma no! Perché doveva venire…? Cosa c’entrava il Moccia con quei seminari lì?!
Domanda: Quindi il ricavato lo percepivate sia lei che suo marito?
E. F.: Sì.
Che dell'incasso ottenuto con i seminari dovesse beneficiarne anche il fondatore del movimento (procedura indispensabile in una "setta"), era un concetto così estraneo all'interno di Arkeon che la teste non aveva neppure compreso la domanda.

Una testimonianza ribadita dal "maestro" P. V., anche lui testimone d'accusa che si professa una vittima della psicosetta, la cui deposizione abbiamo analizzato qui:
Domanda: Lei è in grado di riferire al Tribunale se gli incassi relativi alla sua attività di maestro a Firenze doveva corrispondere parte di questi introiti al Moccia?
P. V.: Assolutamente no.
C'è ben altro. Viene il giorno in cui la moglie del rapace "guru" è pronta per il "master", ossia per diventare "Maestro" di Arkeon. È il livello più costoso, 10 mila Euro. Abbiamo visto che, secondo il parere della supposta esperta di sette Lorita Tinelli, Arkeon è una truffa architettata al solo fine di appropriarsi dei beni degli allievi. Ci aspetteremmo quindi che Moccia conferisca d'autorità alla moglie/complice il titolo di "Maestra", la quale lo aiuterà così a rastrellare ancora più denaro. Ma le cose andarono in tutt'altro modo, come racconta in tribunale la "vittima" E. F., alias "Tiresia", alias "Tritri", alias "Emanuela":
Domanda: Lei sa per caso da chi la signora C*** [la moglie di Moccia - ndr] sia stata iniziata?
E. F.: Da me e da mio marito, perché ci aveva scelto come… ed era per noi, ai tempi, un grande onore.
Domanda: Solitamente le iniziazioni avvengono gratuitamente o a pagamento?
E. F.: No, avvenne a pagamento, chiaramente.
Domanda: Avvenne a pagamento anche questa della signora C.?
E. F.: Certo.
Domanda: Ricorda l’ammontare per caso?
E. F.: 20 milioni, quello che costava allora la...
Domanda: La signora C. versò a lei 20 milioni?
E. F.: Sa che non lo so di preciso se a me o chi fisicamente li prese.
Domanda: L’alternativa quale potrebbe essere?
E. F.: Allora, li versò mezzi sulla mia mano e mezzi su quella di mio marito, comunque a noi arrivarono.
Domanda: Voi rilasciaste una ricevuta, una fattura di questi 20 milioni?
E. F.: Sì, rilasciammo una fattura, non mi ricordo se di tre o di tremilioni e mezzo, perché quella era l’indicazione che veniva data sul metodo di fatturazione del master da Vito Carlo Moccia.
Fino all'ultimo E. F. si mostra fedele a sé stessa: dopo che indignata ha ripetuto come un mantra l'accusa ad Arkeon di evasione fiscale, la "maestra" di Arkeon E. F. deve ammettere che a fronte di un pagamento di 20 milioni di Lire lei e suo marito hanno fatturato appena il 15% dell'importo. Sia chiaro però, che loro volevano pagare le tasse dovute, ma non fu possibile a causa di un ordine del "guru" plagiatore.

Comunque, ciò che davvero importa è che quello che per la Tinelli è un truffatore che vuole "mettere le mani sul conto in banca dei seguaci", paga 20 milioni di Lire alle "vittime" delle sue presunte ruberie.

Avendo condotto su Arkeon degli "studi scientifici" iniziati nel 1996, come tutti gli episodi visti in precedenza anche questo la presidente del CeSAP doveva conoscerlo. Per di più riguardava quella che è risultata essere una sua stretta collaboratrice.

Che Moccia sia un truffatore arricchitosi ai danni di allievi abusati, per l'abusologa Lorita Tinelli è una incrollabile verità. Una verità che resta tale a dispetto di tutto e di tutti. Ma per chi di sette non è un esperto, è un'affermazione insensata. Anche perché com'è emerso dal processo, con Arkeon Moccia non si è arricchito, tutt'altro. Dopo avere finanziariamente aiutato i casi umani prima illustrati, sempre finanziariamente aiuta alcuni ragazzi che avevano frequentato i seminari di Arkeon, mettendo dei fondi nella società di comunicazione Tribe Comunication, per aiutarli ad avviare una carriera professionale. Società da cui è poi uscito senza prelevare utili, esattamente come non ha mai ricevuto alcuna retribuzione dalle altre società: Kidokai, Tribe Human Consulting e Reikom.

Ora che abbiamo analizzato lo scopo "primario" di una setta, proviamo a vedere alcune prerogative che caratterizzano quelli che la Tinelli definisce gruppi distruttivi, psicosette, ecc.:
  • l'obbligatorietà degli esercizi indicati dalla dottrina;
  • l'obbligo di frequentare assiduamente il gruppo;
  • la difficoltà a lasciare il gruppo;
  • l'isolamento degli adepti dalla famiglia e dagli amici;
  • il rifiuto delle terapie mediche;
  • l'incontestabilità del leader.

L'obbligatorietà degli esercizi

Secondo i gruppi anti-sette, gli esercizi indicati da una "setta" avrebbero un elevato potere destrutturate, e verrebbero imposti agli adepti affinché questi rimangano soggiogati alla volontà del leader. Nel terzo capitolo dedicato a Gabriella Monaco, abbiamo già incontrato due testimoni dell'accusa, G. B. e C. C., che hanno evidenziato come nella realtà i partecipanti ai seminari di Arkeon non avevano alcun obbligo in relazione agli esercizi proposti. La testimonianza di G. B:
Domanda: È stato obbligato? [a fare l'esercizio della "condivisione" - ndr]
G. B.: Assolutamente no. Non mi ha mai obbligato nessuno.
[...]
Domanda: Senta, lei si è mai sentito imposto nella frequentazione di un qualche esercizio?
G. B.: No.
Domanda: Lei ha notato se in alcuni casi qualcuno si è rifiutato di fare determinati esercizi proposti dal maestro?
G. B.: Sì, c'era chi non li faceva.
[...]
Domanda: Se uno diceva "Non partecipo", se ne andava tranquillamente?
G. B.: .
E ora quella di C. C.:
Domanda. In quella occasione c'era la possibilità di non fare questo esercizio?
C. C.: , .
Domanda: Quindi eravate liberi di non partecipare?
C. C.: , .
Domanda: Qualcuno non ha partecipato?
C. C.: Non ricordo. Forse qualcuno no, una mamma se non sbaglio.
[...]
Domanda: il momento della condivisione, parlo del cosiddetto cerchio, vi veniva imposto?
C. C.: No.
Per completezza, aggiungo altre due testimonianze:
Domanda: C'era la libertà di non partecipare a qualche esercizio?
A. P.: A tutti gli esercizi c'era la possibilità di non partecipare.
Domanda: E lei ha mai osservato delle persone che si rifiutavano di partecipare, al di là della possibilità?
A. P.: Sì sì, assolutamente sì.

Domanda: Eravate obbligati a sottoporvi agli esercizi?
C. A.: Non c'era nessun obbligo, io ricordo di non aver fatto dei lavori.
Domanda: Tipo?
C. A.: Per esempio, c'erano magari delle condivisioni quando ci si metteva in cerchio e magari veniva chiesto, non mi andare di dire, non mi andava di intervenire e non lo facevo.
Domanda: E veniva sgridata per questo?
C. A.: Assolutamente no.

L'obbligo di frequentare assiduamente il gruppo

Anche in merito a questa imposizione, che sarebbe finalizzata al mantenimento della manipolazione mentale, in un post precedente abbiamo già incontrato una testimonianza dell'accusa che la smentisce:
Domanda: Ma lei si è sentito libero di non partecipare a questi seminari?
G. B.: Sì, sempre.
Questa piena libertà è confermata da tutte le testimonianze. Ne vediamo alcune iniziando da una vecchia conoscenza, F. S., costituitosi parte civile contro Arkeon. È l'esperto di arti marziali che insieme alla moglie sostiene di essere stato costretto a trasferirsi a Bari per vivere in una topaia, che poi è risultata essere un appartamento di lusso e già arredato, messo loro a disposizione gratuitamente da Moccia:
Domanda: Lei è stato costretto a partecipare a questo corso?
F. S.: No.
[...]
Domanda: Durante lo svolgimento di questo corso era possibile abbandonare le attività? A fronte di un pagamento già avvenuto, c’era la libertà di abbandonare il corso intensivo?
F. S.: .
Identica la testimonianza di M. S.:
Domanda: E' stato quindi libero di non fare l'intensivo, il pre-master, il master...?
M. S.: Assolutamente. Arrivavano i biglietti con le indicazioni dei vari intensivi, però non ho mai avuto nessuna forzatura.
Ora quella di L. C.:
Domanda: Lei ha avuto una frequenza regolare negli anni?
L. C.: No, direi regolare no, ma abbastanza frequente, nel senso che il Moccia veniva a Milano due o tre l'anno a fare i primi livelli e quelle due o tre volte io frequentavo, ma magari anche solo un giorno, anche solo per salutare, quindi con molta libertà.
Domanda: E' mai stato rimproverato per aver scelto di non partecipare ad alcuni seminari?
L. C.: No, questo assolutamente no, tanto è che...
Domanda: C'era libertà di andare e venire?
L. C.: Questo assolutamente, tanto è che ci sono persone che ritornavano dopo cinque anni di assenza e te le ritrovavi lì con piacere, ma assolutamente c'era una grandissima libertà nella frequentazione.
A questo punto tralasciamo le testimonianze e passiamo alle conclusioni del collegio giudicante, che in merito ai due punti appena esaminati, l'obbligatorietà degli esercizi e della frequentazione constata che:
la partecipazione ai seminari e agli esercizi era completamente libera, che questi potevano essere interrotti, e che di questi si spiegava il razionale prima dell'esecuzione e che le condivisioni erano completamente libere [1] (Motivazione sentenza, pag. 588)

La difficoltà a lasciare il gruppo

Nei movimenti classificati dai sociologi "ad alte pretese", si riscontra una pronunciata difficoltà a distaccarsi dal gruppo, il quale esercita una forte e indebita pressione psicologica sul seguace, per convincerlo a restare in seno all'organizzazione. Una pressione che viene esercitata per "il suo bene", al fine di evitargli quelle disgrazie che immancabilmente si abbattono su chi abbandona "la via". Come spiega Lorita Tinelli:
i vari organizzatori dei seminari o degli incontri lasciano intendere ai neofiti che smettere di frequentarli farà sì che potranno sviluppare malattie o fare esperienze devastanti
È un precetto che la più fedele seguace della Tinelli fa subito suo. Eccola quindi che nell'articolo "ARKEON 2011/ Parla una fuoriuscita dalla setta: “Attenti, perché è in gioco la mia vita”", la "fuoriuscita" afferma con sicurezza di conoscere:
persone che, nel momento in cui hanno cominciato a manifestare critiche ai maestri e hanno iniziato ad allontanarsi, sono state pressate, vessate o addirittura minacciate.
Su queste pressioni, vessazioni e minacce sentiamo nuovamente F. S., la "vittima" di plagio che si era costituita parte civile:
Domanda: Allora, durante l’interruzione della frequenza dei seminari, tra il 1996 ed il 2004, lei ha mai avuto contatti con Vito Carlo Moccia?
F. S.: No.
Domanda: Moccia l’ha mai richiamata per partecipare ad un seminario?
F. S.: No.
Domanda: Qualche altro maestro l’ha mai chiamata per ripartecipare ad un altro seminario?
F. S.: No.
[...]
Domanda: In genere, secondo le regole di questo contratto..., diciamo accordo stipulato con Archeon per l’intensivo, si era liberi anche di abbandonare il percorso?
F. S.: .
Trattandosi di un aspetto rilevante, in merito all'esistenza o meno di un ostacolo a lasciare il gruppo (chi si è avvicinato a Scientology sa bene quanto sia impegnativo da superare), leggiamo la testimonianza di G. B., un altro teste dell'accusa (fornito al PM dalla Tinelli), che ascoltato durante le indagini come persona informata dei fatti aveva messo a verbale: "Esposte le mie titubanze sui vari maestri direttamente a Vito Carlo Moccia, lui mi disse che ero libero." In tribunale gli viene chiesto di approfondire questo episodio:
G. B.: il seminario durava due giorni e il giorno dopo, ricordo questo particolare perché a me fece molto piacere sentirmi dire: "Sei libero", tant'è che da lì in poi quello sia stato probabilmente l'ultimo seminario che io ho fatto, forse. No, forse poi ho fatto qualcosa con A. T. in Sicilia.
[...]
Domanda: E poi ad un certo punto avete deciso di interrompere?
G. B.: .
Domanda: Da quando avete deciso di interrompere, avete effettivamente interrotto?
G. B.: .
Domanda: Non c'è stato nessun problema?
G. B.: No.
Un'altra testimone, ovviamente sempre dell'accusa:
M. G.: E quindi non mi sono più fatta sentire, non mi sono più fatta vedere.
Domanda: E loro cosa hanno detto?
M. G.: Loro non mi hanno cercato
[]
Domanda: Comunque loro non la cercarono?
M. G.: Assolutamente no.
Ma la testimonianza più saliente è nuovamente quella di E. F., la sgradevole "maestra" di lungo corso di Arkeon (moglie dell'altrettanto sgradevole P. P.):
Domanda: Senta, quando lei ha ad un certo punto ha deciso di interrompere la frequentazione dei seminari, ha potuto farlo liberamente?
E. F.: Ho potuto farlo liberamente certo
[...]
Domanda: Qualcuno è venuto a cercarla per chiederle di frequentare di nuovo Arkeon?
E. F.: No, no, non mi venivano proprio più a cercare.
Anche lei conferma che non le è stata creata alcuna difficoltà a distaccarsi dal gruppo. La cosa curiosa è che pare ci sia rimasta male.

Vediamo infine anche il caso di una persona che frequentava saltuariamente e nel 2006 ha smesso:
Domanda: Io volevo capire la scelta di frequentare i seminari, di partecipare ad un seminario o ad un altro era una scelta libera o dipendeva da qualcosa?
T. B.: Non è che li frequentavo tutti... Sicuramente erano liberi, non mi ha mai costretto nessuno a dire: "Vai", anzi.
Domanda: Quando non si presentava ai seminari, lei riceveva dei rimproveri per non frequentare i seminari?
T. B.: Assolutamente no, assolutamente no.
Domanda: Le hanno mai prospettato delle conseguenze negative per aver cessato di frequentare i seminari o per scegliere di non partecipare?
T. B.: No, il rapporto era molto cordiale ed io non ho mai avuto nessun tipo di pressione. Cioè quando decidevo... quando l'impegno anche di lavoro non mi consentiva di andare saltava. Mia moglie ne ha fatto uno, mi pare, ma non di più
In chiusura vediamo cos'ha stabilito il collegio giudicante. Nel paragrafo precedente abbiamo già visto che la corte ha sentenziato che "la partecipazione ai seminari e agli esercizi era completamente libera". Quanto al pronosticare sventure per chi avesse smesso di frequentare i seminari, un addebito avanzato dai soliti testimoni più strettamente legati al CeSAP, che ha indotto il PM a formulare un'accusa specifica ("con l'aggravante di ingenerare nei partecipanti il timore di un pericolo immaginario"), ecco come si è espressa la corte:
Il processo ha portato ad accertare che la pratica della metodologia Arkeon [...] non ha instillato il convincimento che, in caso di interruzione della stessa, disgrazie e malattie di ogni tipo, annunciate ma del tutto immaginarie, si sarebbero riversate sul partecipante ai corsi ovvero sui suoi congiunti. (Motivazione sentenza pag. 600)



Note:

1) Esattamente tutto il contrario di quanto dichiarato da Gabriella Monaco alla stampa e nell'audizione in senato.