lunedì 4 novembre 2013

Il teorema Tinelli: come creare una psicosetta – 10

Uno studio scientifico decennale - 2ª parte

Continuando sulla questione della scientificità dello studio della Tinelli, vediamo un nuovo e divertente aneddoto. A chi sul suo forum le aveva chiesto "Ma perchè non viene ad un seminario? [di Arkeon]", una Tinelli in versione indignata speciale ha risposto:
Chi le dice che io non abbia mai partecipato ad un seminario?
Chi le dice che io non abbia mai comunicato con qualcuno dei Maestri o sostenitori, prima ancora di aver preso in considerazione le numerose (mi creda) esperienze contrarie alla sua? [1]
Bisogna ammettere che lo sdegno della Tinelli non è immotivato. Insinuare che un ricercatore abbia "studiato" un gruppo che propone un percorso di formazione, senza avere mai assistito neppure a un seminario, che è il momento dove si esprime e concretizza l'essenza stessa dell'oggetto della sua ricerca, significa avanzare un sospetto pesante, perché significa accusare lo studioso di essere un truffatore che ha redatto uno studio su dati inventati, inerenti una materia che non ha mai verificato, basando le conclusioni esclusivamente su pregiudizi e idee preconcette. Strano che la Tinelli non l'abbia denunciato, dato che è sempre così pronta a sporgere querela per diffamazione [2].

Vediamo ora la conclusione di questo aneddoto, che si svolge in tribunale durante la deposizione della Tinelli al processo Arkeon:
Domanda: Io volevo fare soltanto questa domanda: lei ha mai partecipato ad un seminario di Arkeon?
Tinelli: No, non ho mai partecipato a un seminario.
Domanda: Neanche in qualità di osservatrice?
Tinelli: No.
La determinazione con cui la Tinelli attribuisce alla sua presunta "ricerca" la qualifica di "studio scientifico", è indicativo di una propensione ad enfatizzare i propri meriti e qualifiche senza curarsi di scadere nel ridicolo. Per farsene un'idea basta dare un'occhiata al blog che ha analizzato lo strambo curriculum della Tinelli (l'analisi riguarda il curriculum del 2009, che ora si presenta in una nuova versione molto più arricchita e divertente), oppure - sempre per citare un esempio - leggere il breve post "La casa editrice del Bianconiglio", riguardante una fantomatica pubblicazione della dr.ssa Lorita Tinelli, che è talmente improbabile da non figurare neppure nel suo ipertrofico curriculum, dove cita perfino di essere stata "Formatrice nei corsi Pre-matrimoniali" in una diocesi del barese, o di avere svolto la "docenza dal Novembre 2001 al Gennaio 2002" in un "Corso di formazione per cucitrici", o un "Attestato di Frequenza" di un corso del 1999 [3].

Ma lasciamo queste spigolature per vedere un esempio particolarmente interessante. Interrogata come persona informata dei fatti, nel febbraio 2006, la Tinelli fa mettere a verbale che il CeSAP è una:
associazione nata nel 1999 e patrocinata, a decorrere dall'anno 2003, dal Ministero della Giustizia
Si tratta di un patrocinio che sul sito del CeSAP viene insistentemente ostentato:
il CeSAP ha appena ottenuto il patrocinio completo per tutte le sue iniziative da parte del Ministero della Giustizia italiano. (Pubblicato il 9 aprile 2005)

attraverso il proprio sito internet realizza attività di informazione con il patrocinio del Ministero della Giustizia. (Pubblicato il 27 novembre 2006)

Il CeSAP, che negli ultimi anni si pregia del conferimento del patrocinio del Ministero di Giustizia per le attività di informazione (Pubblicato il 14 settembre 2007)
La Tinelli è perentoria. Nella pagina "Chi Siamo" si legge che il CeSAP:
Collabora inoltre con varie Istituzioni, tanto da accreditarsi il Patrocinio del Ministero di Grazia e Giustizia per tutte le attività di informazione che esso svolge.
Ovviamente - trattandosi del CeSAP - non viene indicato quali siano queste ipotetiche "varie Istituzioni" con cui si collabora (così come non viene indicata neppure una di "tutte le attività di informazione"). Ma la questione importante qui è un'altra: non è possibile che il CeSAP sia stato insignito di questo riconoscimento.

Non mi riferisco al legittimo dubbio che le (fantomatiche) attività del CeSAP siano meritevoli di questo bollino di qualità, ma al fatto che il patrocinio ministeriale non viene concesso a una istituzione e non viene concesso in via permanente, bensì a una specifica singola iniziativa, che deve "avere una durata delimitata e definita", della quale è necessario indicare "luogo e data in cui si svolgerà l’evento":
"Il patrocinio è concesso ad una singola iniziativa,
non si estende ad altre iniziative analoghe o affini
e non può essere accordato in via permanente."
(Ufficio del Cerimoniale di Stato della Presidenza del Consiglio)
Il patrocinio non si estende neppure "laddove le iniziative si ripetano identiche nel tempo."

Non è quindi possibile che il ministero abbia concesso il patrocinio alla "Associazione CeSAP", e quando si arriva al processo, anche questa vanteria viene al pettine:
Domanda: Questo Cesap, Centro Studi Abusi Psicologici, è riconosciuto dal Ministero della Giustizia?
Tinelli: No, il Cesap... abbiamo avuto per un certo periodo di tempo un patrocinio dal Ministero Giustizia, per un progetto di informazione di sensibilizzazione.
Domanda: Che ora è terminato?
Tinelli: Che ora è terminato.
[...]
Domanda: Si ricorda il periodo in cui ha ricevuto il patrocinio da parte del Ministero? Tinelli: 2005
In tribunale la Tinelli deve ammettere che il patrocinio non è una benemerenza conferita al CeSAP per le sue "attività di informazione" come invece si legge sul sito dell'associazione:


Quindi:
  1. non è vero che il patrocinio è stato concesso nel "2003", bensì nel 2005;
  2. non è vero che il CeSAP ha "ottenuto il patrocinio completo per tutte le sue iniziative";
  3. non è vero che il CeSAP è "patrocinato a decorrere dal" perché un patrocinio "non può essere accordato in via permanente";
  4. non è vero che il CeSAP è una "associazione patrocinata" non potendo il patrocinio venire assegnato a un ente;
  5. non è vero che il CeSAP possa "accreditarsi" del Patrocinio del Ministero per le attività che "esso svolge", come ancora oggi si legge sul sito.
Sostenere che il CeSAP è una "associazione patrocinata" dal Ministero della Giustizia è quindi falso.

Ma la dr.ssa Lorita Tinelli ha ripetutamente dato sfoggio di questa sua creatività. In un articolo pubblicato sul Quotidiano di Bari, sostiene di essere "perseguitata" con "un sistematico progetto diffamatorio", e a questo scopo:
E’ stato addirittura più volte contattato, per telefono e per lettera, il Ministero di Giustizia col quale il CeSAP ha collaborato in passato.
Difficile non restare sorpresi dalla capacità della Tinelli di rielaborare i fatti in modo così fantasioso. Tenendo presente la sua dichiarazione "Non amo la menzogna e non sono capace di affermare cose non vere", vediamo in cosa sono consistite queste diffamatorie telefonate e lettere al Ministero di Grazia e Giustizia.

Nel maggio del 2009, quando da oltre 4 anni il CeSAP ostentava sul proprio sito un patrocinio da lei millantato come "completo", qualcuno ha scritto all'apposito ufficio del Ministero della Giustizia una lettera dove si chiedeva, in base alla legge 241/1990, informazioni in merito alla concessione da parte del Ministero della Giustizia di un patrocinio all’associazione Ce.S.A.P, e se il patrocinio in questione, che risale al 2005, era ancora valido.

Per la Tinelli, un cittadino che si avvale dei diritti sanciti dalla legge 241/90 sulla trasparenza della Pubblica Amministrazione e chiede informazioni in merito alla concessione di un patrocinio, è un diffamatore che la perseguita, "addirittura" presso il ministero.

Va da sé che chi può legittimamente vantare un tale riconoscimento, non si inalbera se qualcuno ne verifica l'autenticità; anzi, ne sarà soddisfatto. Quanto alla tendenza della Tinelli, come detto in precedenza, a esagerare i propri meriti, rimane da rilevare che è per lo meno fuorviante sostenere che il CeSAP ha "collaborato" con il Ministero della Giustizia. Se questa collaborazione è riferita alla concessione del patrocinio (per una iniziativa e non "completo per tutte le sue iniziative"), si tratta chiaramente di una menzogna, dato che non si tratta di una collaborazione. E che esista un'altra forma di collaborazione, è un'ipotesi improbabile dato che la Tinelli non l'ha mai ostentata.

Come che sia, nonostante l'indignazione della Presidente (Nazionale) di "un'associazione di VOLONTARIATO SERIA" (maiuscolo nell'originale), il risultato finale del "sistematico progetto diffamatorio" è stato che il banner con la scritta "tutte le attività di informazione del Centro Studi nazionale sono patrocinate dal Ministero della Giustizia" che campeggiava sul sito è sparito. Ma la Tinelli è perentoria: l'aver contattato il Ministero con il quale il CeSAP "ha collaborato" è stata una molestia.
"Non amo la menzogna e non sono capace di affermare cose non vere."
Va detto che la Tinelli, che non ama la menzogna, nella stessa intervista è stata capace di affermare:
"Mi hanno anche diffamata presso i miei contatti professionali e presso l’Ordine degli Psicologi"
Una dichiarazione altrettanto fantasiosa, inerente una vicenda che abbiamo già visto qui. Così come è fantasiosa la dichiarazione di essere stata diffamata presso "associazioni estere con cui ho collaborato per anni", una affermazione che non vale neppure la pena commentare. (Comunque è riferita a una lettera inviata da Pietro Bono alla FECRIS, in cui chiedeva che qualcuno degli anti-sette italiani accettasse di ascoltare anche la loro versione in merito alle accuse rivolte ad Arkeon; la lettera è disponibile qui.)

Abbiamo ora la misura di quanto il CeSAP sia "un'associazione di VOLONTARIATO SERIA", quanto la dr.ssa Lorita Tinelli sia una ricercatrice autorevole ("mi interesso come studiosa di questo fenomeno, da ben quindici anni. Lo faccio senza preconcetti o pregiudizi, assieme alla mia equipe di lavoro", L. Tinelli, febbraio 2006), il cui fine "non è attribuire giudizi o osservazioni di carattere soggettivo, ma di evidenziare i fatti reali nei loro contesti" (ibidem) e quanto i suoi studi siano scientifici ("essendo io una professionista esperta in tali fenomeni"), dato che lei non è "capace di affermare cose non vere".

In caso contrario non si conterebbero i danni, le sofferenze e gli abusi che un'associazione non così seria potrebbe causare.

(continua)

AI CONFINI DELLA REALTÀ

Mi è stato segnalata una nuova tinellata che ritengo pregevole. In un recente post, la Presidente del CeSAP ("Nazionale") si è firmata "Affiliata Internazionale APA":


I più non sapranno che valore attribuire a questa nuova qualifica, certo però che così, a colpo d'occhio, sembra essere prestigiosa, dato che per lei la Tinelli ha sacrificato gli usuali "Psicologa clinica e di comunità", "Psicologa forense", "Perito e Consulente tecnico presso i Tribunali", "Iscritta all’Ordine dei Giornalisti", ecc.

A suffragare l'impressione che si tratti di qualcosa di importante, c'è il fatto che l'APA è l'autorevole American Psychological Association, e anche senza saper bene quale ruolo rivesta un "affiliato" all'interno dell'APA, usato nella firma come fa la Tinelli induce a pensare che si tratti di titolo ragguardevole.

Inoltre c'è quell'internazionale: dai! sommato al "Nazionale" della sua presidenza del CeSAP fa proprio un gran bell'effetto. Altro che le qualifiche di membro del Consiglio Direttivo della SIPR (Società Italiana di Psicologia della Religione) e di corrispondente italiana dell' ICSA (International Cultic Studies Association) che può vantare l'odiata "pseudo studiosa".

Bene, quelli che sono incuriositi da questa nuova onorificenza apparsa nel medagliere della Tinelli, troveranno la risposta nel prossimo post, perché adesso ho altro da fare. In questo modo diamo anche il tempo a coloro che ne conoscono il valore di ricomporsi, dato che si stanno strozzando dal ridere (gli infami).


Note:

1) La risposta della Tinelli, che è del febbraio 2006, continua con la terza domanda retorica "Chi le dice che io non possegga documenti, che forse neppure lei stessa ha mai potuto visionare". La Tinelli lascia così intendere di possedere del materiale riservato, rilevante per la valutazione di Arkeon; un annuncio a cui in tribunale non ha fatto seguito alcuna produzione documentale. Ma questo ormai non suscita più nessuna sorpresa.

2) Di recente ho avuto la possibilità di visionare alcune delle denunce presentate dalla Tinelli per diffamazione. Sono una lettura sorprendente, a cui mi sono dedicato quando in agosto il tormentone del ridanciano tenutario di un sistema postitutivo condannato in cassazione si era un po' assopita. Una antologia di umorismo surreale, basato su deduzioni assurde, la logica del bizzarro e un insistito uso del non sequitur, in cui una affermazione è seguita da un'altra senza un nesso logico, che testimonia come la Tinelli considera diffamazione e stalking la frase più insignificante e innocente. Ma queste denunce le vedremo in un apposito post.

3) Immaginiamo che la sua modestia l'abbia trattenuta dal riportare quante volte ha fatto un favore al vicino innaffiandogli i gerani.